lunedì 6 maggio 2013

Wikipedia: mai criticare la "famiglia"

Come abbiamo più volte dimostrato, Wikipedia italiana è sotto scacco di un gruppetto di amministratori e utenti che impongono la propria volontà fregandosene altamente di principi fondamentali quali la neutralità, l'oggettività, la fruibilità.
Ciò che conta è innanzitutto comandare, poi imporre i propri contenuti e gareggiare a chi esibisce più trofei.
L'enciclopedia e - soprattutto - il lettore/utente che dovrebbe fruirne (e intorno al quale dovrebbe ruotare l'intero sistema di un'enciclopedia concepita per offrire sapere), è all'ultimo posto.
Che sia "pericoloso" criticare l'operato di questa banda di sgherri è scontato, l'abbiamo visto più volte e in modo esemplare con la vicenda di Neperiano, un normalissimo utente che per aver osato votare contro l'allora intoccabile amministratore Piero Montesacro fu pretestuosamente espulso da Wikipedia.

Recentemente ne abbiamo avuta l'ennesima riprova durante l'elezione dell'amministratore IndyJr (screenshot).

Il neo eletto, infatti, in fase di candidatura aveva sollevato qualche perplessità sull'abitudine che si è andata consolidando negli anni di infliggere con eccessiva disinvoltura lunghi blocchi a utenti con una rispettabile e durevole contribuzione wikipediana, anche alla luce del fatto che se i contributori all'enciclopedia scarseggiano è bene tenersi stretti quelli più affidabili piuttosto che lagnarsi poi per la mancanza di "mano d'opera".

L'accostamento al caso di AveMundi, uno degli ultimi blocchi ingiusti che abbiamo documentato è evidente e, com'è facile intuire, le parole di IndyJr non sono affatto piaciute alla "famiglia" e hanno scatenato l'immediata risposta del capoccia Vituzzu (che ha commentato negli "astenuti"), seguita dal piccato voto contrario di M7 (peraltro non motivato com'è consuetudine, ma nessuno si è sognato di chiedergliene conto), proprio uno degli amministratori sceriffi, responsabile di alcune delle più eclatanti "pause wikipediane" di cui abbiamo poc'anzi accennato.

Ma vediamo cosa ha detto esattamente IndyJr per provocare tanta irritazione, ricordando che quanto espone si riferisce al quesito postogli a proposito del suo modo di intendere l'applicazione imparziale delle politiche di blocco, messa al bando e protezione delle pagine:

Penso che se di deve bloccare un vandalo recidivo, che prosegue a vandalizzare ignorando gli avvisi, sia giusto agire con tempestività. Ma se si deve decidere il blocco su utenze non vandaliche, magari con una lunga storia di contribuzione, sia giusto sentire la comunità e a tal proposito sarei per aprire sempre una pagina UP in casi in cui debbano decidere blocchi di utenze non vandaliche magari di lungo corso, come del resto precisato anche nelle politiche di blocco di cui al link di sopra, che ha il vantaggio sia di interessare la comunità del problema sia perché sia facile anche a distanza di anni sapere agevolmente perché quell'utenza fu bloccata. In caso di urgenza per tutelare il progetto è sempre possibile applicare un blocco breve prima di procedere. E sarei anche che una pagina UP resti aperta per almeno uno-due giorni prima di prendere decisioni, così che la situazione possa essere ponderata - come insegnano le procedure di cancellazione, il consenso può cambiare anche radicalmente rispetto a quel che appare nei primi istanti. Non bisogna dimenticare che demotivare valide utenze applicando blocchi ingiusti o affrettati, non supportati da motivazioni adeguatamente ponderate, può essere più dannoso per il progetto di un vandalo che si può agevolmente fermare, mentre una valida utenza che lascia il progetto è un danno irrecuperabile di mancati contributi. IndyJr (Tracce nella foresta) 21:50, 20 gen 2013 (CET)

In sintesi dice semplicemente che, escludendo palesi vandali, prima di "punire" e bloccare utenze esperte sarebbe più giusto sentire il parere della comunità attraverso l'apertura di una segnalazione (la cui procedura, peraltro, è espressamente prevista dal regolamento), che dovrebbe rimanere aperta a tutti almeno per qualche giorno al fine di allargare la base di pareri su cui fondare una decisione così grave e deleteria.
Cosa c'è da criticare? Sono concetti condivisibili da chiunque abbia un minimo di buonsenso.

Ma per Vituzzu quanto scritto dal collega merita queste parole:

La quinta risposta mi ha dato un po' l'impressione di voler "piacere a tutti i costi". Non è assolutamente roba da contro ma mi permetto di alzare la mano e dire "guarda che lavorare bene significa, alle volte, rischiare di scontentare qualcuno". -
-Vito (msg) 13:11, 27 gen 2013 (CET)

Evidentemente Vituzzu ha una lunga coda di paglia e ci regala la lapalissiana teoria che per lavorare bene è talvolta necessario scontentare qualcuno. Ovvio. Il problema di Vituzzu è che la frase "lavorare bene", in linguaggio vituzziano, significa: "mantenere il potere".
E quindi il concetto espresso da Vituzzu è sostanzialmente questo: se vuoi continuare a gestire il potere a tuo piacimento, devi essere pronto a sbattere fuori da Wikipedia chiunque metta in discussione il tuo potere.
Il povero IndyJr, che non capisce un concetto così basilare, diventa quindi, nell'insinuazione di Vituzzu, una specie di ruffiano alla ricerca di popolarità e consenso.

Ma è Pequod (degno cumpariello di Vituzzu) che con il commento qui sotto supera se stesso:

Anche rifacendomi al commento di Vituzzu al proprio voto, avanzo una mini riflessione. Indy parla di "utenze demotivate da blocchi ingiusti". Un "blocco ingiusto" su wp di solito è un blocco su cui si provvede ad alzare la voce. I blocchi su wp sono cautelativi, non sono "giuste" punizioni, magari commisurate a chissà quale reato. Si può parlare di "giustizia" quando si parli di "prove" e "fatti". Piaccia o meno, questioni relative al comportamento degli utenti non sono così nitide. Ed ecco che entra in ballo la questione del "cautelativo". Ci si può a quel punto interrogare sulla posatezza e sull'equilibrio di uno specifico admin. E di qui passare velocemente al gruppo admin nel suo complesso. Una mia veloce (e personale) valutazione è la seguente, più volte ribadita: il gruppo admin di it.wiki è buono, con tendenze all'ottimo: fatto di persone che si preoccupano di agire con coerenza, sicuramente perfettibili (non è un ruolo facile da tenere e da interpretare). Per quanto attiene agli edit sysop, accade lo stesso che accade su una voce: si discute. Io stesso quando fui candidato la prima volta opinai che per blocchi superiori al mese fosse necessario consultare la comunità e condivido l'opinione di Indy sulla opportunità di aprire le segnalazioni, anche come traccia dell'operato, magari con blocchi brevi, "cautelativi". Ma imho non va posta alcuna enfasi sulla "giustizia" dei blocchi: ciascuno avrà la sua opinione, ma la responsabilità "politica" di un edit sysop ricade in definitiva sul sysop, non su un qualche suo "elettorato attivo". I sysop non operano con vincolo di mandato: fanno quello che sentono di fare e, per ipotesi, lo fanno per il bene del progetto. Chiudo ripartendo dall'inizio: si fa molto rumore per blocchi "ingiusti" (dal punto di vista di chi?) e si spendono lacrime per gli utenti bloccati e "demotivati", ma fa molto meno rumore l'utente in buonafede (registrato o meno) che abbandona in silenzio, eventualmente danneggiato e frustrato dall'atteggiamento problematico di tali futuri demotivati. Il primo, che non ha un profilo problematico, non avendo da essere bloccato, lo perdiamo e basta. Dai secondi ci aspetteremo proteste furenti e minacce di abbandono. Ebbene, da utenti "di lungo corso" mi aspetto che sappiano come comportarsi e, conseguentemente, cosa sia un blocco e come prenda piede. --pequod ..Ħ 14:20, 27 gen 2013 (CET)

Pequod non si smentisce e riesce a dire tutto e il suo contrario, offrendo un concentrato di contraddizione e di incoerenza. 

Il suo vero problema è che non si deve parlare di giustizia. Non importa che un blocco sia giusto o ingiusto, l'importante è che sia giudicato opportuno da chi lo commina.
La ragione di questa impostazione è semplice: una segnalazione che diventi una specie di processo, con la partecipazione della comunità, toglie potere alla "famiglia".
Al contrario, i blocchi inflitti per ragioni "cautelari" (e mai più vagliati dalla comunità) consentono alla "famiglia" di gestire il potere senza limitazioni di sorta.

A proposito di "ruffianaggine"... il cumpariello Koji alle 3:33 di mattina non trova di meglio che concordare con l'acuta riflessione di Pequod!

Eh no, Pequod e soci, non è così che funziona.
Wikipedia si è data su un sistema di regole che vuole o comunque ambisce alla reciproca collaborazione e imparzialità (intesa come oggettività e neutralità).
La reciprocità e l'imparzialità presuppongono anche che le decisioni siano giuste ed equilibrate, e l'unica garanzia che lo siano sta nel vaglio della comunità.
Il fatto che alcuni amministratori, al contrario, ignorino un concetto tanto elementare e si arroghino il diritto di decidere a propria discrezione quando, come e a chi applicare le regole, "graziando" gli amici e i propri supporter con scuse a dir poco ridicole, è il vero danno a Wikipedia, che finisce non soltanto per allontanare gli utenti di vecchia data ma anche per scoraggiare gli utenti più novelli.

Se certi amministratori si occupassero di fare quello per cui sono stati eletti, ossia mantenere ordine e pulizia nelle voci e risolvere le questioni tecniche, invece che dedicarsi al chiacchiericcio da comari in chat e al monitoraggio degli interventi di utenti che hanno l'unico torto di non adeguarsi alla volontà e alle opinioni della "famiglia", ci sarebbero meno blocchi, meno malcontenti, meno ingiustizie e tanti utenti in più disposti a collaborare lealmente.

Hai voglia a dire che Wikipedia non è un esperimento sociale: Wikipedia è una società, è una comunità.
La tirannia e la prepotenza l'avvelenano esattamente come e quanto avvelenano qualsiasi altra comunità.